5 consigli per migliorare le tue canzoni

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view post Posted on 9/10/2016, 17:53     +1   -1

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Hai appena finito di registrare la tua prima canzone.
Il basso è pieno e compatto, le chitarre sprigionano potenza e il cantante ha dato il massimo al primo tentativo. Ma c’è un modo per far suonare tutto… “di più”? Abbiamo raccolto cinque utili consigli per tirare fuori il massimo dalle tue tracce e ottenere risultati degni di un fonico professionista.

Chitarre: dai più corpo alle chitarre avvalendoti del “double tracking”. Questa tecnica è ormai diventata un must in ogni sessione d’incisione. Il funzionamento è semplice: ogni parte di chitarra (ad esclusione degli assoli) va registrata due volte, cercando di suonare le parti più uguali e in sincrono possibile. Puoi iniziare registrando la prima traccia, che sarà poi la guida per registrare le altre. Quando sei soddisfatto del risultato, imposta il pan tutto a sinistra. Procedi quindi con la registrazione della seconda, usando la prima come riferimento. Ricordati di essere il più preciso possibile! Una volta terminato, imposta il pan della seconda tutto a destra e goditi il risultato: un muro sonoro! Se nella tua band ci sono due chitarristi, registrate semplicemente una parte a testa, cercando di minimizzare il più possibile le differenze d’esecuzione.
Consiglio extra: abbassa il gain sui suoni crunch e distorti, lavorando di più sulla plettrata e la precisione della performance. A nessuno piace un suono iper-saturo e zanzaroso

Basso: Il basso viene spesso registrato attraverso l’utilizzo di una DI Box, che permette di catturare il suono inalterato e non amplificato dello strumento. Altre volte si preferisce microfonare direttamente la cassa o l’amplificatore, con risultati decisamente diversi, dovuti alla colorazione tonale e la timbrica dell’amplificatore stesso. Qualunque sia la tua preferenza, assicurati di ottenere una registrazione pulita e chiara. Dopo aver inciso la tua parte, duplica la traccia all’interno del tuo progetto. Applica una simulazione di amplificatore e una modesta quantità di overdrive sulla seconda traccia per ottenere un suono saturo e ricco di armoniche, molto diverso dal suono rotondo e avvolgente della traccia originale. Miscela le due parti, regolando i rispettivi volumi a piacimento (alzando il volume della traccia pulita otterrai più rotondità, mentre alzando il volume di quella distorta otterrai un suono più incisivo).
Consiglio extra: puoi spingerti più in la, componendo una traccia MIDI di basso che rispecchi in tutto e per tutto la tua esecuzione. Assegna un suono synth e taglia gli alti con un equalizzatore: il sub bass (quello che fa contorcere le budella 😉 ) è servito!

Batteria: in fase di mixdown, per far sì che la batteria sia udibile in ogni passaggio della canzone, è necessario avvalersi del compressore. La compressione serve a portare a galla le parti quiete e a contenere le parti troppo “esplosive“. Sulla batteria significa mantenere la corposità e l’attacco del suono perdendo però, ragionevolmente, l’attacco dei transienti (es: il suono della bacchetta che colpisce la pelle). Per iniziare, ti consigliamo di impostare un attacco veloce e un rilascio moderatamente veloce. Il valore “Ratio” varia molto a seconda del suono da processare, quindi ti consigliamo di sperimentare fino ad ottenere il risultato desiderato. Oltre alla compressione, anche l’equalizzazione gioca un ruolo fondamentale nella modellazione del suono. Infine, un noise gate ti aiuterà a ripulire le tracce da rumori indesiderati.
Consigli extra: se il suono del rullante manca di vivacità, alza di qualche centesimo l’intonazione con un pitch shifter. Fai inoltre un uso sapiente del riverbero: applicato solo su determinati elementi del kit (ad esempio rullante, tom) dona profondità e tridimensionalità al suono. Non riverberare troppo la cassa a meno che tu non voglia ottenere il classico sound anni ’80

Voce: Il primo step per una buona registrazione vocale è il …silenzio! Il pop, i sibili, il feedback incontrollato e i suoni d’ambiente sono i nemici naturali del cantante. Se non hai facoltà di registrare in una stanza trattata acusticamente, puoi minimizzare il problema con un MicScreen (filtro anti riflesso). Una volta certo che ciò che verrà registrato sarà il più possibile chiaro e privo di rumori di fondo, c’è da capire come catturare tutte le sfumature vocali del cantante e, al tempo stesso, evitare picchi di segnale durante le parti in cui il cantante emette note acute e/o molto potenti. Per nostra fortuna esiste il compressore, una mano invisibile che “regola” il volume in entrata/uscita in tempo reale. La prassi più semplice prevede la preferenza per un segnale d’ingresso contenuto, amplificandolo e livellandolo successivamente con il compressore. Sentiti libero di sperimentare: presto scoprirai che la combinazione tra posizionamento del microfono, acustica della stanza e assenza di rumori di fondo sono elementi che di per sé costituiscono già metà del successo dell’opera.
Consiglio extra: Se non hai un pre-amplificatore vocale valvolare e senti che la traccia manca di vitalità, puoi avvalerti di plugin che simulano la saturazione data dalla valvola. Un tocco di riverbero e un pizzico di delay con ripetizioni corte, volte a creare profondità, completano il tutto.

Mixaggio e mastering: hai completato il tuo progetto: ora devi dargli volume! Per correggere qualche frequenza, in modo lieve o drastico a seconda della qualità del mix iniziale, potresti dover lavorare con l’equalizzatore. Ricorda di non esagerare coi tagli: la canzone ha bisogno di corpo e spinta, caratteristiche fondamentali che trovano voce nei bassi e ai medio-bassi, così come altrettanto vitali sono gli alti e le armoniche superiori per “uscire” dal mix e avere chiarezza e un suono aperto al punto giusto. Taglia attorno ai 250hz per riguadagnare nitidezza e aggiungi un paio di dB alle frequenze attorno ai 1kHz per far risplendere le parti vocali. Se il mixaggio è denso e pieno di strati, avvaliti del compressore per riportare a galla i vari elementi del pezzo. Per ottenere la “Loudness”, ossia far sì che il prodotto finale abbia un volume adeguato agli standard di mercato, il passo finale è servirsi del “limiter”. Stai attento a non esagerare con il gain per evitare effetti di ‘clipping’ e distorsione nel pezzo.
Consiglio extra: cerca sempre di mixare il tuo progetto con dei monitor da studio adeguati, poiché le cuffie da studio non sempre riescono a traslare correttamente la risposta dei bassi. Lavora con le orecchie, matura esperienza e sarai in grado di trovare le soluzioni ideali per le tue produzioni musicali.

Il consiglio finale che possiamo darti è di munirti della strumentazione necessaria, cercando di sfruttare al massimo ciò che hai. Moltissimi dischi sono stati prodotti con equipaggiamento di livello medio-basso, e ad oggi è possibile produrre musica tranquillamente dalla propria stanza, grazie alla grande varietà e disponibilità di attrezzature per lo studio e la registrazione.

OVVIAMENTE QUESTO E' UN TUTORIAL MOLTO BASILARE, CHE AVRAI LETTO IN NON PIU' DI 10 MINUTI.
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fonte dell'articolo: thomann.de
 
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